Un dolce per Natale Il pane di grano duro M'nestra d'ammisco Pizza d'ranadini
     

 

Impariamo a fare il pane di semola di grano duro...

Da un impasto di semola di grano duro rimacinata molto ricca di glutine
(arriva fino al 14%),
a lievitazione naturale, otterrete un pane a pasta gialla molto saporito e a lunga conservazione.

Ingredienti:
400 gr. di farina di grano duro rimacinata, mezza bustina di lievito secco da pane, o mezza tavoletta di lievito di birra fresco,
10 gr. sale, olio,
200 grammi di acqua.



 

Mettete la farina in una ciotola, sciogliete il lievito in un bicchiere di acqua tiepida. Dopo aver versato tutto il bicchiere, impastate bene rigirando la massa energicamente. Unite l'acqua finchè la miscela non diventa elastica e morbida. Se è troppo liquida, aggiungete farina, se è troppo dura, aggiungete un pochino di acqua alla volta. Se volete un pane a porosità fine, mettete meno acqua, se vi piace invece con i buchi, mettete più acqua.
Aggiungete il sale solo dopo avere bene amalgamato il lievito (in modo che i due ingredienti non vengano a contatto) e continuate ad impastare per circa mezz'ora.
A questo punto lasciate l'impasto nella ciotola in un punto riparato, coperto da uno straccio pulito, formandola a palla e praticando in superficie un taglio a croce (favorisce la lievitazione).
Lasciate lievitare fino a quando l'impasto non sia almeno triplicato di volume.
Date una forma definitiva al pane (a filoncino, a pagnotta, ecc.), adagiatelo su una teglia unta di olio (ma anche senza: mettendolo sulla carta da forno), e ungete la superficie con olio d'oliva (anche in questo caso potete evitarlo).
Coprite di nuovo con il panno e aspettate mezz'ora, infornate in forno già caldo a 200 gradi e lasciate dai 20 minuti a mezz'ora.
Fate raffeddare la pagnotta avvolgendala in un paio di canovacci di cotone.

Avrete cosi un pane che resterà buono da mangiare per 4/5 giorni senza che si alterino sapore e consistenza.
Se ve ne resta potrete consumarlo facendovi delle bruschette al naturale o bagnate con un filo d' olio, un pomodorino e un pizzico di origano, oppure scottate con del formaggio e poi del miele, o anche infornate con una fettina di pancetta o lardo e...
Buon Appetito.

 

Da Sapere

Il Triticum o frumento, più diffusamente conosciuto come grano, è un genere della famiglia delle Graminacee. È il cereale di più antica coltura (vi sono tracce in Iraq, risalenti a 5000 anni fa).
Esso cresce ovunque, tranne che nelle fasce tropicali. La pianta produce infiorescenze in spighe.
I frutti sono cariossidi e, se macinati, producono farina.
Nell'uso comune, il termine farina serve ad indicare quella di grano e in particolar modo quella di grano tenero, mentre si usa la parola semola per la farina di grano duro.
La Semola è una farina di granulometria maggiore dove i singoli componenti sono di forma arrotondata e con presenza di poca polvere. Il grano duro contiene più proteine di quello tenero. Dal grano duro si producono semole e semolati dai granuli grossi con spigoli netti, mentre dal grano tenero si ottengono farine dai granuli sottili e tondeggianti.
La Semola di grano duro si distingue da quella di grano tenero sia per la granulometria più accentuata che per il suo caratteristico colore giallo ambrato, colore che si ripercuote anche sui prodotti con essa ottenuti. Questa farina si utilizza prevalentemente per la produzione di pane e pasta (sia casereccio che industriale) ma anche per dolci tipici.
Macinando ulteriormente la semola si ottiene la "semola rimacinata" o "rimacinato".
Questo prodotto è contraddistinto dal caratteristico colore giallo ambrato proprio della semola ma con una granulometria meno accentuata rispetto alla materia d'origine. Il rimacinato viene prevalentemente impiegato per la panificazione puro o mescolato con farine di grano tenero, il prodotto che si ottiene è un pane a pasta gialla molto saporito e a lunga conservazione.
La proprietà più importante della farina è la sua forza, cioè la capacità di resistere nell'arco del tempo alla lavorazione. La forza della farina deriva dalla qualità del grano macinato per produrla, quindi dal suo contenuto proteico, in particolare di quello di gliadina e glutenina. Queste due proteine semplici poste a contatto con l'acqua formano un complesso proteico detto glutine che costituisce la struttura portante dell'impasto rappresentata come forza della farina. Si tratta di una sorta di reticolo all'interno della massa di farina e acqua che la rende compatta, elastica e capace di trattenere gli amidi ed eventualmente i gas della lievitazione che formano così le bolle caratteristiche della struttura spugnosa di pane ed altri prodotti lievitati.

Cenni storici

Archeologi e storici hanno comprovato l'importanza che la coltura del frumento ha svolto per sospingere le prime società umane a forme di organizzazione più complesse.
Mentre gli ortaggi potevano essere coltivati, infatti, anche attorno ad un campo di nomadi, il frumento, nelle condizioni climatiche della valle del Tigri Eufrate, spinse i primi coltivatori a realizzare reti di canali per estendere la coltura, ad erigere le prime città difese da mura per tutelare il raccolto nel corso dell'anno, ad organizzare eserciti per difendere dai nomadi il territorio irrigato dai canali faticosamente realizzate, e a procurare gli schiavi per estendere i canali a nuove superfici. Il frumento ha costretto, in questi termini, l'uomo a organizzare la società civile. L'assicurare alla città di Roma il regolare approvvigionamento del grano divenne il cardine della politica dell'impero romano. Il frumento rientrava nelle abitudini alimentari della plebe romana, a differenza dei Siciliani, consumatori di hordeum (orzo) sulla base della tradizionale agronomia greca. Le abitudini della plebs romana indussero a promulgare la legge Terenzia Cassia volta a reperire frumento di buona qualità. Ancora oggi in molti paesi si svolgono svariate Feste del grano in ricordo di una ricchezza storica e culturale, in onore o a devozione di un passato ricco di tradizioni sane e genuine.

A.Di Serio